#15 - Marketing a colazione
Tanto marketing in questa nuova newsletter (l'ultima del 2023). Buona lettura a tutti! Johnny
Ciao a tutti è da qualche mese che non scrivo una newsletter. Torno a scrivere, come sempre, di getto e senza puzza sotto il naso. Oggi una newsletter abbastanza vertical sul ciò che mi è successo negli ultimi mesi (spoiler: tanto marketing).
Anche questo invio sarà “diverso” perché, come saprete, seguo il contenuto e ciò che ho da dire e non una struttura rigida e fredda orientata all’engagement.
Via alle danze…
Ho finalmente scritto un nuovo articolo per la mia newsletter esclusiva che trovate su LinkedIn e chiamata “Marketing Crumbs”.
In questa newsletter parlo soltanto di Marketing (da un punto di vista più tecnico).
Integrare Brand Building e Performance Marketing per un approccio olistico ed efficace alle Campange di Marketing.
Spero vi piaccia (e iscrivetevi, tanto è gratis, se non lo avete già fatto). Troverete tutti gli altri articoli che ho scritto.Nelle settimane passate sono stato intervistato dal bravissimo e grande esperto di marketing online Alessandro Mazzù. L’intervista completa potete ascoltarla gratuitamente quì. Parlo di Brand, Reputazione e persona branding. Buon ascolto.
Ho parlato di Brand extention sul blog di Raffaele Gaito. Un tema sempre troppo poco battuto dai brand (piccoli o grandi che siano).
Il tema della Creators Economy è IL tema più importante del 2024 (e dei prossimi anni), questa è una certezza.
Ne abbiamo parlato in due bellissimi eventi che si sono tenuti a Salerno (al Teatro Verdi) insieme a Vincenzo Falcone, Gino Sorbillo, Piero Armenti ed Alex Giordano e a Roma (Binario F) insieme a Gianvito Fanelli (fondatore di Vita Lenta), Alessandro Tommasi (fondatore di Will), Piero Armenti (fondatore de Il mio viaggio a New York).Gli eventi sono stati organizzati dalla Creators Factory (www.creatorsfactory.it per saperne di più).
Una mia riflessione sulle competenze nelle aziende: per me sono assolutamente sopravvalutate e vi spiego perché.
I reparti HR e i manager che vogliono assumere sono troppo focalizzati sulla ricerca di persone “competenti e preparate”. Io ritengo che l’approccio sia molto miope. Per me, per esempio, è molto meglio avere persone che hanno una grande passione, pazienza e un mindset orientati al rispetto del lavoro. Sono loro che vincono, non il sapiente di turno.
La cultura aziendale che porta le persone a fare ciò che è giusto per l’azienda e non per perseguire obiettivi personali sono quelle che sopravvivono nel lungo periodo. Per molte aziende però il lungo periodo è oggi e le ritengo già virtualmente fallite e senza speranza.
L’azienda deve essere predisposta all’innovazione (di processi, organizzazione, dinamiche tra uffici, etc), che sappia mettersi in gioco. In un contesto folle come quello attuale (in cui arriva una pandemia e azzera tutto, arriva una recessione non prevista, un nuovo competitors che cambia le cose) non si può inseguire, ci vuole il coraggio di anticipare. Questo però riesci ad averlo solo se organizzazione te lo permette, solo se il rischio di perdere la poltrona non è l’incubo della tua vita.
Inclusività: quella vera, non a parole. Perché di quella a parole siamo stanchi. Qualunque diversità è un valore. Ricordo che in Pfizer (in tutto il settore farmaceutico si tende ad assumere persone che provengono dallo stesso settore) fui scelto anche e soprattutto perché venivo da un settore completamente diverso (automotive). Chi ha fatto quella scelta ha innovato l’approccio aziendale, cercando valore nella diversità.
Il problema principale (ampiamente diffuso in tutte le aziende), comunque, rimangono le persone che da anni invece di mettersi in discussione e avere un approccio davvero aziendale e innovativo tende ad accontentarsi e, non accorgendosene, si ritrovano in un loop chiuso all’interno dell’azienda stessa che porta, l’organizzazione, a non comprendere le dinamiche competitive esterne.
Non solo. Questa chiusura fa prendere le decisioni sbagliate senza neanche validarle (quindi si tende poi a sbagliare, nella maggior parte dei casi).A Settembre ho partecipato ad un evento di “The Mads”. Un piccolissimo estratto di un mio pensiero riguardo agli eventi e a questa corsa a “partecipare”. Dobbiamo cambiare approccio (gli amici milanesi mi perdoneranno?).
Nel report annuale "Ad-Filtering Report" si nota una una continua crescita degli utenti che bloccano la pubblicità online. In Italia gli adblocker hanno una penetrazione del 28% su desktop e del 13% su altri device che includono mobile, tablet e CTV.
C'è sicuramente un grande tema sempre più rilevante: da una parte gli editori e i grandi player che vogliono monetizzare sempre più (con qualche timido swithc verso subscription che però, in Italia, non funziona). Dall'altro lato internet sta diventando sempre più affollato di pubblicità ed anche i brand faticano a raggiungere efficacemente il target (non solo per colpa degli adblocker ma anche per altre motivazioni come il livello di attenzione basso).Puntate sulla creatività: Cosa è la creatività? Semplicemente trovare soluzioni nuove a problemi esistenti. Perché è importante? perché oggi, con livelli di attenzione dei consumatori sempre più bassi e grande esposizione di messaggi, l’efficacia della comunicazione è sempre più bassa. Quando ha successo? Secondo l’IPA - creative effectiveness, quando questa produce un effetto x12 sulle performance (a me sembra un’esagerazione). Ad ogni modo, è vero che l’AI può sembrare una minaccia ma ritengo che il ruolo della mente umana nella creatività sia ancora fondamentale. Vi consiglio qualche libro che ho amato, sul tema: Creativity, Inc. e Essere originali.
Infine, la domanda che mi viene fatta più spesso è: che cos’è un brand? La risposta è semplice: esistono n definizioni di brand e, premesso che non mi occupo più di strategie di brand, la mia definizione preferita è: “il brand è una promessa”. All’interno di questa definizione penso che ci sia l’essenza di questa importante attività strategica e di business. Poi, mentre scrivo, me ne viene in mente un’altra su cui farò magari un approfondimento “il brand è … la creazione di un legame”, che sposta il tema e lo sintonizza sicuramente su alcune corde più “alte” e più complesse da gestire (o creare).
Rimanete sintonizzati. Godetevi il Natale, auguri a tutti.
Johnny
Bentornato!
e tanta roba questa newsletter 💪