#6 - Ripresa 💫
Dopo qualche mese torna la mia newsletter. Lo avevo detto nel numeo #0: nessuna periodicità e nessun "template" standard. Avrei inviato newsletter solo se "ispirato" e non avrei seguito una forma standard. Infatti, in questa #6, troverete molto più testo e meno news e tool.
Buona lettura
#staysafe
Tempo di lettura stimato: 7 minuti ⌛
DONARE NON È UNA STRATEGIA
Dopo due mesi è difficile riprendere a scrivere, ma la scintilla arriva da un mio amico che stimo professionalmente ed umanamente. Osservandolo, mi sono reso conto che donare è un approccio che paga sempre nel lungo periodo.
Così rieccomi a scrivere la newsletter che nasce dall'osservazioni di una coerenza, una costanza ed una disponibilità di questo mio amico nel dare risposte, indirizzarmi su scelte giuste (che sia un libro, un tool o un consiglio veloce). Abbracciare il concetto del dono non è semplice, ci vuole costanza e soprattutto ci vuole coerenza.
Strategia sulla creazione di valore? già, la strategia, ovvero una serie organizzata di decisioni che si modella in base a risposte del mercato e della concorrenza. Ma donare non è una strategia, per questo motivo la maggior parte dei progetti e delle campagne marketing "muore", perchè è una strategia e non una naturale conseguenza, direi un'attitudine, una volontà profonda che guarda lontano. E allora? allora bisogna cambiare approccio, cambiare mentalità e non cercare di tendere la mano solo a chi può restituire valore, non andare agli eventi belli profumati e incravattati "per conoscere gente", bisogna creare relazioni che si basino sul dono (partendo dal presupposto che bisogna dare senza chiedere). Quindi donare non è una strategia, è ciò che dovremmo fare nella vita professionale e nella vita personale.
FUNNEL ED ALTRI PAROLONI VUOTI
Lo dico con molto rispetto verso i miei colleghi: sono stanco. Stanco anche di me stesso e dei paroloni vuoti che utilizzo (quasi sempre inglesi) per descrivere un processo, un atteggiamento, una propensione a livello di marketing. Funnel, journey... basta. Parliamo in modo semplice e mettiamo da parte i tecnicismi. Il tuo sito web è utilizzabile? Sì, perché risponde a domande in modo veloce ed ingaggiante, quindi avrò più risultati positivi (contatti/chiamate/vendite). Pensiamo in modo semplice.
Questa è una piccola analisi di quanti click siano necessari per aprire un conto corrente. un esempio per prendere spunto e parlarne giusto trenta secondi. Ora, chiaramente questa classifica non determina che Hype, per esempio, abbia più clienti di tutti ma determina sicuramente dei tassi di esperienza migliore, che diventeranno "memorabili" se la promessa di semplicità verrà confermata negli altri step di ingaggio del cliente (es. customer service, anche a distanza di mesi e mesi). Altra cosa sono i tassi di conversione e chiaramente più il percorso è lungo più si abbassa il numero di persone che apre un conto corrente (anche se è comunque da verificare poiché potrebbero esserci motivazioni più forti che superano queste frizioni, come per esempio l'effetto brand recall).
LA SPERANZA DI UN MONDO MIGLIORE
Non conoscevo Carlo Acutis, la prima beatificazione "millennial" nell'era tecnologica moderna. Ora, a prescindere dalla definizione che vogliamo dare al Beato, sono rimasto folgorato da ciò che un ragazzo così giovane possa fare in un'epoca come la nostra (di completa indifferenza verso ciò che non ci porta un vantaggio diretto). Una vita spesa tra internet, vangelo e assistenza ai senza tetto (che aiutava senza risparmiarsi). A soli 15 anni una leucemia l'ha portato via da questo mondo ma l'ha reso, di fatto, immortale. Carlo Acutis ha lasciato davvero un segno, un segno dentro di me e dentro tanti ragazzi giovani. Un esempio, di quelli belli, anche se non si è cattolici. "Muoio felice perché non ho sprecato la mia vita" ha detto prima di addormentarsi e allo stesso tempo svegliarsi per sempre.
PASSIONE INCONTROLLATA
Benito Rimini ha 93 anni. Si è laureato per la prima volta a 27 anni in economia poi a 62 anche in sociologia. E niente, qualche fiorno fa arriva la terza laurea con 110L. Una storia incredibile che fa riflettere, qui il suo servizio dal TG1.
CREATIVITY INC.
Edwin Catmull è presidente di Pixar e Disney Animation, due aziende che hanno rivoluzionato interi settori e trasformato processi lavorativi “vecchi”.
Nel suo stupendo libro Creativity INC, parla di quali strategie manageriali ha applicato per rendere i team più creativi e più orientati all’innovazione.
Spazio di lavoro: agevolare la comunicazione grazie all’ambiente circostante.
Team: libertà di personalizzare l’area di lavoro secondo la propria personalità.
Libertà d’espressione: la struttura comunicativa di un’azienda non deve rispecchiare quella organizzativa. Tutti dovrebbero poter parlare con tutti.
Trova la soluzione, non il colpevole del problema. Desiderare che tutto proceda senza intoppi è un falso obiettivo, e porta a giudicare gli altri in base ai loro errori e non alla loro capacità di risolvere i problemi.
Mai adeguarsi: State attenti a non considerare la stabilità un obiettivo.
(tratto dal blog di JuliaDesign)
KENA MOBILE E WORDPRESS
Grazie all'amico @BonaventuraDiBello che ha segnalato un grave problema su Wordpress di Kena (Gruppo TIM). Quando si finalizza l'acquisto di una nuova SIM, Wordpress si incarta...
ps: dopo qualche giorno l'errore è ancora lì, presente e raggiungibile da qui.
E' incredibile come grandi aziende Telco inciampino su problematiche del genere.
SPESA PUBBLICITARIA DELLE MULTINAZIONALI
Aumenta lievemente l'ottimismo dei marketer nella rilevazione periodica di WFA presso 35 multinazionali che insieme investono in pubblicità 67 miliardi di dollari. Anche se i budget sono lievemente risaliti, rimangono sotto rispetto a quanto previsto pre-covid. Qui l'articolo completo
CONSEGNA IL PACCO. MA SENZA FRETTA EH!
Si tratta di una variante della consegna Prime che permette di ricevere il proprio ordine in circa 4 giorni lavorativi. Con questa opzione il colosso dell’eCommerce punta ad alleggerire il carico dei centri di distribuzione, offrendo in cambio uno sconto di 1 euro sull’ordine successivo ai clienti. Modello da tenere sott'occhio che potrebbe spopolare e modificarsi con sconti o reward più ampi.
IL FUTURO DEI BRAND TRA PARTNERSHIP E CREATIVITA'
E' chiaro che la "lotta" tra i grandi brand sia, ancora una volta, una lotta di creatività. Livelli di attenzione bassi, tanto rumore, necessitano di una comunicazione persistente ma anche creativa. Un altro grande trend sono le partnership tra azienda: aumenteranno nei prossimi anni, secondo diversi studi. Ci saranno sempre più accordi di natura diversa e con finalità specifiche per rispondere ad un mercato sempre più complesso: per questo motivo vediamo co-branding tra Lego ed Adidas, Fendi e Pasta Rummo e via dicendo. Ora, la riflessione nasce spontanea: queste iniziative hanno natura di breve o lungo periodo? Secondo me di brevissimo periodo, il tempo di un "instant marketing" e passare ad un nuovo accordo con un altro brand. Abbastanza miope come approccio.
DI #SMARTWORKING ... ED ALTRE FIABE
Lo smart working non esiste, salvo alcune rare eccezioni. Non esiste perché i manager non si fidano dei propri collaboratori, perché i modelli aziendali sono "vecchi" e improntati su quantità e non qualità. Non esiste perché ciò che tutti i dipendenti fanno (chi più chi meno) è remote working: lavorano, semplicemente, da casa ma sempre in orari prestabiliti e sempre senza monitoraggio dei risultati, in sostanza "senza flessibilità".
Il problema (se è un problema, ora ne parliamo meglio) è tutto italiano. Alcuni parlano di "golden benefit" dello smart working, come un beneficio che potrebbe attrarre talenti e raggiungere obiettivi in modo più "agile". Ma chiaramente non siamo pronti come cultura e come modelli. Forse è un bene perché, pensandoci bene, davvero è sostenibile un'azienda full remote? potrebbe, se fai solo telemarketing e non hai a cuore lo sviluppo dei tuoi dipendenti, è sostenibile se la voce costo t'interessa. Ma forse abbiamo bisogno di modelli differenti dal "lavoro da mare". Non facciamo l'errore di cedere a mode. Sono convinto che il lavoro abbia un ruolo sociale importante che lo smart working (o remote working) non possono assolvere. Ci aiuta a sviluppare relazioni, a crescere anche da quel punto di vista e credo anche da un punto di vista di competenze (ricordo benissimo quanto io abbia imparato nelle varie aziende semplicemente osservando i miei capi). Quindi c'è bisogno di modelli non 100% smart working ma che bilancino la presenza fisica, stimolino lo sviluppo professionale e la formazione, la socialità ed è importante riprogettare gli spazi in questa ottica.
In Silicon Valley si comunica così la pandemia
VICEVERSA
Una piccola sezione che mi riguarda e che, forse, ti riguarda.
#NZO.
Vai cautelato
La domanda che mi pongo.
Cosa resterà di interi segmenti economici italiani dopo la pandemia? Capitali stranieri se li porteranno via per due lire?
Frase riflessiva.
Non è tanto quello che diamo, ma quanto amore mettiamo nel dare. Madre Teresa di Calcutta
Cosa mangerei ora.
Pistacchi
Libro sul comodino.
Dialogo sulla Fede - J. Bergoglio, M. Lutero
Newsletter riletta mentre ascoltavo...
Alex Britti - Oggi sono io
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