#9 - La Ripresa 💥
13 dicembre 2020. Questa la data dell'ultimo invio della mia newsletter, la . Non pensavo potesse passare così tanto tempo per produrre la #9 ma, come avevo scritto all'inizio, questa newsletter non avrà sempre la stessa forma e non avrà una cadenza precisa semplicemente perché sarà spontanea e senza obiettivi di personal branding. Quindi vado tranquillamente contro la regola base dell'email marketing ovvero la frequenza della comunicazione e continuare a fare push sul sender name per aumentare la OR.Â
Eccomi quindi con tanto entusiasmo. Primo: perché tantissimi di voi mi hanno chiesto che fine avesse fatto la mia newsletter. Ma davvero tanti..  questo vuol dire che la mia idea ha funzionato e riesco a creare un contenuto utile e "memorabile". Secondo: mancano solo due mesi e divento papà . Beh sì, cosa pensavate avessi fatto in tutto questo tempo? Ho preparato il mio mondo ad accogliere mia figlia, Vittoria. Ed è una cosa bellissima.Â
Eccoci quindi tutti più rilassati. I tempi bui della seconda e terza ondata da Covid sembra alle spalle ed ora si può ricostruire. In un certo senso, non può che esserci una ripresa e coincide con l'Estate.Â
Ma ogni ripresa porta con sé tanti rischi. Inflazione, in primis e naturalmente gli effetti occupazionali (dopo l'Estate). Siamo pronti per tutto ciò? Siamo pronti per nuove varianti? Lo scopriremo. Per ora dobbiamo essere responsabili e dare una mano attivamente con i giusti comportamenti. Â
Newsletter dedicata all'entusiasmo delle persone
Tempo di lettura stimato: 7 minuti ⌛
IL MARKETING DEL NAMINGÂ
C'è un intero filone completamente ignorato dagli uffici marketing e da tutti gli esperti di marketing. La scelta del naming di un prodotto/brand. Cioè, ad oggi dobbiamo ancora leggere nomi impronunciabili, difficilmente memorizzabili e che non vogliono dire assolutamente nulla. Non c'è pazienza e non c'è uno studio alla base di una scelta che è determinante per la riuscita di un progetto. Il nome funziona nella mente, nel suono. Il nome evoca pensieri ed è il primo livello di posizionamento di una marca. E allora, dotiamoci di pazienza e consapevolezza e lavoriamo di fantasia: il brand name è l'essenziale.Â
COME FUNZIONA L'ALGORITMO DI INSTAGRAM? CE LO DICE INSTAGRAM
Ogni tanto Facebook pubblica qualche articolo in cui spiega "i segreti" delle sue piattaforme. Ora è toccato ad Instagram con alcuni spunti interessanti soprattutto sull'Esplora di Instagram. Conoscere per governare gli algoritmi... e sì, siamo sempre dipendenti (e lo saremo sempre più) da algoritmi delle big.Â
NFT E CRITICITA' POCO CHIACCHIERATE
Si parla tanto di NFT in questi ultimi mesi. Mentre i valori crescono sempre più, si sottovalutano i rischi e le criticità .Â
 Un bellissimo articolo firmato dal mio amico e compaesano Marco Tullio Giordano su Wired spiega tutto (e bene) riguardo agli NFT con grande attenzione all'aspetto più importante ovvero la tutela legale.Â
ORGANIZZAZIONE DEL LAVORO
Organizzare il lavoro non significa solo organizzare il modo in cui le attività operative vengono portate avanti. Significa anche (e soprattutto) disegnare una struttura organizzativa e offrire in modo chiaro e preciso ruoli/responsabilità . Nelle aziende invece tutto ciò che si studia all'università difficilmente viene applicato. Ci si ritrova quindi con manager che pensano di essere dei manager "perché coordinano persone, sono responsabili di alcuni indicastori di performance". Nulla di più sbagliato. L'incapacità del manager di delineare ruoli in modo chiaro, non dare le giuste responsabilità (e visibilità ) nell'organigramma è sintomo di una completa incapacità decisionale ed organizzativa del lavoro spesso figlia di orientamenti del top management. Ne deriva che nel medio-lungo periodo le risorse si trovano in difficoltà . Difficoltà che chiaramente poi dovranno affrontare personalmente poiché il "manager" scaricherà su di loro le sue inefficienze.Â
Organizzare il lavoro significa dimostrare che si è manager veri, significa rispettare le proprie risorse e rispettare la propria azienda.Â
INSEGNARE IL FUTURO AI NOSTRI FIGLI
Un tema sempre attuale è la prospettiva formativa che diamo e daremo ai nostri figli rispetto all'avanzamento tecnologico. Un bell'articolo del World Economic Forum sottolinea quali siano le nazioni che investono meglio nel futuro dei nostri figli. Chiaramente troviamo tutto ciò che riguarda la cybersecurity, neuroscienze, analisi dei dati, programmazione etc.. Io però la penso un pò diversamente. Credo che non possiamo stabilire noi delle strade ai nostri figli solo perché "è il futuro". Io credo che i ragazzi debbano scoprire loro stessi quali sono le passioni, le attitudini e possono farlo soltanto sperimentando più cose possibili e sbagliando il più velocemente possibile. Ftaico a credere che dobbiamo sforzare i nostri figli a "prendere ingegneria perché i salari sono più alti", preferirei un figlio che si lasciasse trasportare da una visione, anche utopistica, ma basata sulle passioni vere. Solo così potremmo avere una società felice.
LA MATRICE DI ANSOF SEMPRE POCO UTILIZZATAÂ
La classica matrice prodotto/mercato di Ansof, una delle più studiate all'università è sempre meno utilizzata in contesti aziendali. Certamente, prendere decisioni ed analizzare il mercato è diventata ormai una "opinione" in azienda e ci si affida sempre ai "manager e imprenditori lungimiranti" che sono poi quelli che fanno fallire le azienda, chiaramente. La matrice è una rappresentazione grafica che inscrive ogni nuova iniziativa di business in un preciso quadrante, facilitando così l’elaborazione di una strategia.
Sinteticamente, per visualizzare la Matrice di Ansoff bisogna partire da due semplici domande: se per espandersi l’azienda si rivolge a un mercato nuovo o ad uno esistente, oppure se vuole farlo offrendo un prodotto nuovo o già esistente. A seconda della combinazione di questi due elementi si può ricadere in una di queste quattro aree strategiche:
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Mercato già esistente e prodotto già esistente: strategie di penetrazione di mercato.
Mercato già esistente e prodotto nuovo: strategie di sviluppo di prodotto.
Mercato nuovo e prodotto già esistente: strategie di sviluppo di mercato.
Mercato nuovo e prodotto nuovo: strategie di diversificazione.
Strategie diverse per situazioni diverse. Tanto semplice quanto errato non affidarsi anche ad una semplificazione di questo tipo, che pone l'accento su strategie coerenti per obiettivi chiari e getta le basi ad una strategia degna di questo nome.Â
LA TASSA GLOBALE SULLE BIGÂ
Chiariamo una cosa: le big sono così "big" non solo perché hanno rivoluzionato un intero settore ma perché non hanno pagato le tasse che le altre aziende invece pagano. Questo è un dato oggettivo. I ministri delle finanze si sono svegliati e hanno trovato la forza, insieme nel G7, di tassare al 15% minimo tutti i profitti di queste big (anche se generati dalle filiali). Un risultato ottimo che darà più equità ma che vedrà la luce nel 2023 probabilmente.Â
UFFICIO MARKETING CHE NON FA MARKETING
Un mondo affascinante è quello dell'ufficio marketing. Una entità che fatico ancora oggi a definire. Un vecchio dinosauro gestito in un'epoca nuova ma con meccanismi vecchi. Ma non solo, neanche con tutti i meccanismi vecchi. Perché alcuni di questi sono essenziali ma completamente ignorati. E' un ufficio "reinventato" cioè plasmato su esigenze di business e di chi tira acqua al suo mulino. Quindi, non è più un ufficio marketing.Â
Prima di dirvi qual è la mia visione dell'ufficio marketing vi dico ciò che non fa, oggi, l'ufficio marketing. L'ufficio marketing è oggi un contenitore di persone entusiaste (che ben presto diventeranno insoddisfatte) che hanno competenze per poter gestire "il marketing" ma di fatto controllano soltanto una parte della filiera. Ciò avviene in grosse multinazionali soprattutto, dove l'ufficio marketing si ritrova magari a governare aspetti che in realtà sono di comunicazione oppure percepiti da tutti gli altri uffici (in primis da quello finance) come "quelli che scrivono". Ufficio marketing non decide nessuna strategia di mercato, nessun prodotto/mercato e non svolge attività di ricerche di mercato (quest'ultime arrivano dall'alto dopo aver pagato fior di migliaia di euro a società di consulenza di dubbia professionalità , anche se blasonate). Ci ritroviamo quindi un ufficio svuotato (il prodotto non lo vedono ma si ritrovano solo a "comunicarlo" o "sponsorizzarlo") della sue funzioni che Kotler definiva "essenziali".Â
Detto ciò, è chiaro che l'ufficio marketing debba riappropriarsi delle proprie funzioni (difficile in contesti in cui c'è una perdita di potere e responsabilità dall'alto) e non solo: deve essere trasversale a tutti gli altri uffici (peggio mi sento ...). E quindi? quindi l'ufficio marketing continuerà ad esser imbrigliato in logiche e attività non proprie (o non propriamente) di marketing. E la reputazione dell'ufficio (negli altri uffici) si abbasserà ancor di più inevitabilmente.Â
 LE COMPETENZE RICHIESTE NEL MERCATO DEL LAVORO (SECONDO ME)Â
Noiosissimo topic è quello delle competenze richieste dal mercato. Se googlate troverete fior di articoli, tutti uguali, in cui si sottolineato le c.d. hard skills "analisi dei dati, utilizzo di piattaforme etc..." tutte semplificazioni secondo me.
Imparare un nuovo tool o piattaforma è solo questione di tempo (relativamente breve il più delle volte). Le vere competenze che un'azienda seria cerca (sottolineo seria) non riguardano competenze specifiche "per tappare i buchi e sfruttare la risorsa per alleggerire il carico di lavoro degli sltri", che è ciò che fanno TUTTE le aziende (e per questo poi continuano ad assumere persone e a tappare la creatività di tutti invece di liberarla). Le vere competenze richieste dalle aziende serie riguardano l'equilibrio (non solo professionale), la consapevolezza della risorsa, gli obiettivi chiari che ha, la capacità di adattarsi e la passione (vera) verso l'attività che svolge. E ancora: capacità di accettare contesti complessi e riuscire ad organizzare il proprio lavoro in relazione al tempo libero (che gli servirà per esser creativo). Le competenze, certo, ma quelle si riescono comunque ad acquisire a parer mio (questione di tempo e volontà ).Â
VICEVERSA
Una piccola sezione che mi riguarda e che, forse, ti riguarda.Â
#NZO.
L'ansia non esiste, la crea dal nulla la tua mente e la tua mente può distruggerla.
La domanda che mi pongo.Â
Perché tanto odio nel mondo?
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Frase riflessiva.
"Mia madre, che ha 90 anni, mi ha insegnato a tenere i piedi per terra. Quando vinsi il primo oscar mi disse: ok, ora porta fuori l'immondizia". Denzel Washington
Cosa mangerei ora.Â
Crepes alla Nutella
Libro sul comodino.Â
Focus. Come mantenersi concentrati nell'era della distrazione di Daniel Goleman
Newsletter riletta mentre ascoltavo...Â
Let it be - Beatles // Â Pino Daniele - Dubbi non ho
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