Svegliati
Nella mia vita ho scritto probabilmente qualcosa come 8.000 articoli, forse qualcosa in più. Quando mi capita di raccontarlo le persone si chiedono come sia possibile eppure è così (ma aspettate perché la chicca viene dopo).
Il motivo per cui ve lo racconto lo capirete dopo e si ricollega al titolo del paragrafo.
Ho scritto così tanti articoli poiché nel 2010 mi lanciai in una delle mie avventure "web” che più mi avrebbe dato soddisfazione: l’apertura di un blog. AppleMobile, così si chiamava, era un vertical sul mondo tech della mela più famosa del mondo. In pochissimo tempo riuscii a portarlo tra i top 3 blog del settore in Italia. Ai tempi (che mi sembrano preistorici ma di fatto non lo sono) avevo circa 15 collaboratori ed io, pur coordinando tutta la linea editoriale (e la SEO, le partnership … e via discorrendo) trovavo il tempo di scrivere e scrivevo davvero tanto: 10-20 articoli al giorno. Certo, la base degli articoli il più delle volte arrivava dall’America (avevo scambiato la notte con il giorno ma era fondamentale per essere tra i primi) ma erano pur sempre decine di articoli scritti da me. Sfornavamo così tanti articoli che al vecchio algoritmo di Google piacevamo molto e infatti avevamo milioni (milioni … ) di visite mensili.
Ora, tornando a noi: perché vi racconto una parte della storiella sconosciuta ai più? Perché semplicemente mi son ritrovato l’altro giorno a pensarci e mi son detto: certo, AppleMobile è stato il mio volano professionale (dove ho imparato il digital marketing, sostanzialmente, dove ho imparato a scrivere e scrivere per il web, dove ho conosciuto persone fantastiche nonché grossi brand che poi mi avrebbero proposto tesi sperimentali a Parigi… e tante altre cose belle) ma di fatto non sono riuscito a capitalizzare bene l’esperienza:
non ho mai registrato la testata (quindi è come se non avessi mai scritto tutti questi articoli), occasione persa perché sarei potuto diventare giornalista (non era ciò che volevo fare ma comunque era un qualcosa in più e lo avevo a portata di mano).
Avrei potuto monetizzare molto meglio il network (tante cose ancora non le comprendevo). Qui mi son mancate un po’ di cose oltre all’esperienza (credo le competenze e la voglia). Ero troppo focalizzato sugli esami universitari, sulla tesi sperimentale. Fatto bene, fatto male? ad oggi direi male poiché ho perso un bel po’ (e anche fatto perdere ai miei collaboratori, qualcuno, con cui sono rimasto in contatto, me lo rinfaccia scherzandoci un po’).
Non sono riuscito a vendere “bene” il progetto al gruppo editoriale che lo rilevò (colpa mia anche qui poiché a seguito di una penalizzazione Google non volli sistemare il ranking perché “ero impegnato”). Lezione che ho imparato: anche se non vedi opportunità alcune volte è bene confrontarsi e farsi consigliare da chi ha più esperienza.
Qualche mio articolo di approfondimento sul marketing
Quando riesco a ritagliarmi del tempo per “pensare” finisce che scrivo di marketing.
Negli ultimi mesi ho scritto qualche articolo che vi riporto qui sotto:
Il marketing esperienziale: un articolo in cui parlo del tanto citato marketing dell’esperienza. Lo faccio senza banalità del tipo “bisogna far vivere una esperienza al consumatore”. Qualcuno storcerà il naso per l’approccio accademico.
Il modello PAD: altro articolo sul filone Experience (d’altronde è un tema di cui mi sono occupato largamente in passato). Il focus è il punto vendita.
Il ruolo del rischio percepito durante il comportamento d’acquisto: questa tematica è quella che più seguirò nei prossimi 6 mesi. Perché? ve lo spiego più tardi qui sotto.
Sono tornato a parlare di Estensione di marca nel blog dell’amico Raffaele Gaito.
Nel mentre, ho aperto una nuova newsletter (Marketing Crumbs) che, rispetto a questa, ha focus su marketing con articoli che analizzano un determinato argomento. Per iscrivervi (sempre gratuitamente) dovete collegarvi con LinkedIn qui .
Nuova ristampa del mio libro + una bella news che annuncio per il 2023
Il mio libro Gestione del brand e della reputazione, in libreria dal 2018 è stato nuovamente ristampato. Questa volta impreziosito da una bellissima prefazione di Raffaele Gaito.
nota: dal primo giorno ho deciso di devolvere tutti i proventi in favore di Amref Health Africa.
Ma qual è la bella notizia? L’ho anticipato a pochissime persone e ci sto lavorando duramente insieme ad un altro grande professionista e collega, Alfonso Pellegrino che è un ricercato della Bangkok University: sto scrivendo un nuovo libro. Questa volta la tematica è diversa: comportamento del consumatore online. Ringrazio Maggioli Editore (un gran bell’editore che ci ha contattati e ha creduto nel nostro progetto).
E’ il mio terzo libro e spero davvero di tirar fuori un libro utile per molte persone. Alla fine un libro lo si scrive per questo motivo (almeno nella mia concezione), sono allergico a markette e altre logiche di questo tipo.
Vi aggiornerò man mano. Stay tunnel (come dicono quelli giovani).
Il racconto del talento ha rotto le scatole
Io davvero non reggo più giornalisti ed opinione pubblica in generale sul tema del talento. Sarà che non sono un talento e che ho poca autostima ma davvero, anche basta.
“Dobbiamo attrarre talenti”
“Dobbiamo mantenere i talenti in Italia”
“In azienda cerchiamo i nuovi talenti”
“Formiamo i nuovi talenti”
Ma perché, un lavoratore onesto e perbene fa così schifo alla società? Cioè, dico io, noi “normali” siamo la maggioranza forse al 99%, facciamo così schifo al sistema politico, alle università, alle aziende? Ma anche basta con questo racconto che ci porta, tra l’altro, a creare aspettative sbagliate:
stressiamo i ragazzi e lavoratori tutti a dover per forza competere (e perché, la mediocrità fa così schifo in una società?)
dobbiamo per forza puntare nei settori chiave del nostro paese (ma perché, se ci accontentassimo di bisogno primari ci fa così schifo? tipo accorciare il divario nord-sud?)
deleghiamo al singolo individuo tutta la responsabilità dei risultati, del “successo” (qualunque cosa significhi), quando invece queste sono tematiche sociali e anzi direi governative nei decenni
Ecco, mi piacerebbe che in Italia si parlasse meno dei talenti (che, se sono tali, ce la faranno da soli) e ci dedicassimo a noi comuni mortali che dobbiamo lavorare qualche ora in più per poter fare un buon lavoro, che dobbiamo rileggere una pagina perché la vecchiaia è quella che è (ed il tempo e le distrazioni idem). La realtà è che abbiamo bisogno di persone normali con senso civico per poter costruire la buona società del domani. Al talento ci penserà il talento.
Benzina per il futuro
Da qualche mese sono entrato in fissa con l’AI. Non ero così entusiasta dai primi tempi di internet e dai primi siti sviluppati in HTML puro. Inutile parlarne ora poiché ci sarebbero troppe cose da dire e probabilmente le avrete lette già altrove, ma ho deciso di formarmi nell’ambito per cui libri, newsletter, articoli, confronto con amici, videocorsi ed anche un programma di formazione sul tema (questo, della Luiss Business School). Ragazzi: è il futuro ed è alla portata di tutti.
Alcune anticipazioni che mi riguardano
Nelle prossime settimane uscirà un mio articolo in cui analizzo le differenti strategie (e KPI) delle campagne a performance e a branding. E’ un tema molto discusso e controverso poiché sembra una lotta tra professionisti che non conoscono il reciproco campo in cui non operano. Metterò ordine sul tema con un lungo approfondimento che spero vi piaccia. Lo pubblicherò su Marketing Crumbs.
Nella prossima newsletter di Substack invece parlerò di aziende che vivono come una comunità, parleremo dei parametri della reputazione, dell’identità di marca (e come si adatta al contesto), di come viviamo in un mondo distorto che non rappresenta fedelmente la nostra esistenza. Tutta roba leggera insomma.
La prossima settimana sarò ospite di Alessandro Mazzù e del suo Podcast per una intervista su tematiche del brand. Mentre nel prossimo numero di Tecnologia e Innovazione (cartaceo + web) ci sarà una mia intervista ed un mio editoriale. Vi terrò aggiornati.
A presto,
Giovanni Cavaliere (per gli amici Johnny)
Che spettacolo, ben tornato. Mi è piaciuto conosce la tua esperienza passata con AppleMobile, non lo sapevo.
L'importanza del network e la qualità si vede in momenti come quelli che raccontavi tu, se ti fossi consigliato con qualcuno che aveva già fatto esperienze nel mondo editoriale avresti avuto più frecce per il tuo Arco.
Questa cosa si collega anche al mondo del lavoro e dei talenti. Io la penso esattamente come te. In Italia c'è tutta questa cultura del superuomo, siamo agli inizi del 900?
Le aziende sono fatte di team, di persone che si confrontano, che collaborano, che mettono idee, che affrontano problemi, tutti insieme per creare qualcosa di bellissimo e scalabile. Il fallimento della retorica dei talenti la vedo quando inizio a lavorare con questi giovani professionisti ed emerge che:
Non hanno empatia
Non sanno lavorare in team
Non sanno cos'è un feedback ( oltre al quanto sei bravo ecco il like)
Non accettano consigli da chi ha esperienza e soprattutto se non sei anche tu un super talento della conte creations non ti danno credito
Mi fermo qui... Ma sarebbe bello parlarne.
Non vedo l'ora di comprare il tuo prossimo libro, nel mentre ora che sarò in Italia per il WMF compreso la tua nuova ristampa.
Grazie per aver messo un sacco di link di cose che non sapevo avessi scritto.
Non vedo l'ora di leggere i prossimi episodi